Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
(The Curious Incident of the Dog in the Night-time)
di Mark Haddon
Recensione scritta da StefaNobii
Le attrazioni pericolose
Di questo libro mi hanno attratto a) lo splendido maglione del bambino in copertina [edizione italiana], b) l’espressione stessa del bambino, che mi ha ricordato… me.
Preso in mano la sera stessa, giusto per leggere qualche pagina prima di andare a dormire, mi sono invece ritrovato a berlo tutto d’un fiato, fino alla sua non fine. Perchè un libro così non può finire.
E’ un libro non convenzionale. A partire dal titolo, tipico di un libro giallo, se non fosse che il protagonista odia il colore giallo, con l’eccezione dei libri gialli. Vorrebbe essere un giallo, ma un giallo non è. O forse sì? Forse, man mano che lo si legge, ci si ritrova proprio malgrado a cercare una soluzione al problema di Cristopher, una spiegazione al suo modo di ragionare.
O, forse, non c’è una soluzione perchè non c’è il problema. Non c’è una spiegazione al suo non capire la differenza tra chi ride e chi piange, così come per me sarebbe impossibile risolvere (diciamo anche solo capirne la natura) i problemi matematici che per lui invece sono così semplici.
Tutto, semplicemente, è o non è. Non c’è un perchè, nella logica. E Cristopher, di logica, ne ha da vendere. La sua logica. La logica dell’autismo.
Solo che il mondo non procede sempre secondo le leggi della logica. Le persone non sono quasi mai logiche. E lì Cristopher si inceppa, non riesce a proseguire, va in crash come un computer, resetta…
C’è una certa… leggiadria che pervade tutto il libro. La stessa atmosfera che ho trovato in Forrest Gump e in Rain Man. Una sorta di leggerezza nel discorrere di cose che, di leggero, hanno ben poco. Una pacata serenità nel descrivere gioie e tristezze che dovrebbero gonfiare il cuore e l’anima, e invece no. L’autore ti priva di quella lacrima che ti permetterebbe di tirare un sospiro di sollievo e andare avanti. Eppure andare avanti devi, dentro di te qualcosa si ostina a volere capire, eppure capire non si può. Si può solo accettare. Ed è lì che il cervello si inceppa, non riesce a proseguire, va in crash come un computer, resetta. Proprio come Cristopher.
E dire che basterebbe una lacrima. Una sola…
